Genova Magica spettri demoni ed altri misteri - Autore Mago Alex - De Ferrari editore - ghost tour
LE FATE DI VILLETTA DI NEGRO
In cima alla Piazza Corvetto, sullo sfondo del monumento a Giuseppe Mazzini, sorge imponente la famosa villetta Di Negro. Il suo parco, progettato come Orto Botanico da Ippolito Durazzo, sfoggia una vastissima varietà di piante d'alto fusto e di alberi esotici. Appartenne, nell'ottocento, al marchese Gian Carlo Di Negro che ne fece un famoso salotto dove s’incontravano artisti e patrioti. Il marchese era noto, negli ambienti della Genova bene, oltre che per la sua erudizione, anche per i suoi ricevimenti a cui prendevano parte i personaggi illustri dell'epoca. Lo scrittore francese Honorè de Balzac ricorda così il nobile amico Genovese: " Il fratello ospitale di tutti i talenti in viaggio". Pare inoltre che il Di Negro, spirito raffinato sempre in cerca di conoscenza e di stimoli intellettuali, coltivasse una speciale passione per l'esoterismo e che a queste ricerche non si negasse larga parte delle menti eccelse che frequentavano la sua dimora. La leggenda ci ha tramandato che di notte, all'interno della villa, si celebrassero sedute spiritiche e invocazioni. Fu in una di quelle notti senza luna che, assieme ad alcuni amici, tra cui un musicista che si diceva avesse fatto il patto con Satana, il marchese invocò il principe delle tenebre in persona. Molti curiosi in passato si erano più volte domandati, non senza maldicenza, donde provenisse il fiume inarrestabile di denaro che il marchese sperperava copiosamente in viaggi, feste, e lussi sfrenati...... Nessuno sa se il diavolo rispose mai a quell'invocazione, lanciata in un momento di esaltazione generale, forse più per gioco e per curiosità, che per reale credenza. Ma, da quella volta, la Villetta Di Negro non smise mai di essere teatro di numerose apparizioni che si sono susseguite negli anni, oramai da un secolo a questa parte. La più famosa, sostenuta dalle testimonianze di varie persone, è quella secondo cui spettri dalle sembianze femminili si aggirano leggiadre nelle notti d'estate, con la luna piena, e si immergono nel piccolo stagno, per poi svanire, o trasformarsi in bellissimi cigni. Altri giurano di aver assistito più volte ad una sinistra e misteriosa processione di numerose figure che parte dal basso e si dirige su, verso la cascata. Un giovane di nome Mattia, che abita poco distante, raccontò che una notte volle penetrare all'interno della villa con un amico, per assistere coi propri occhi agli strani fenomeni. I due rimasero nascosti fino all'orario di chiusura delle visite e, quando furono sicuri che non ci fosse più nessuno, uscirono allo scoperto ed aspettarono che succedesse qualcosa. Le ore passarono lente. I due ragazzi, vinti dal sonno, si addormentarono sopra una panchina del parco. "D'improvviso qualcosa mi svegliò", racconta l'ideatore dell'avventura "Era uno strano sibilo. Non riuscivo a capire da dove provenisse. Cercai invano di svegliare il mio compagno ma quello sembrava caduto in un profondissimo sonno, addirittura un sonno innaturale! Sembrava che una forza misteriosa lo avesse stregato ed io, ad un certo punto, rinunciai al mio intento. Mi feci coraggio e, con il cuore in gola, discesi il sentiero. La torcia elettrica che avevo portato con me era molto piccola e, a stento, potevo scorgere dove mettevo i piedi, quando mi accorsi che, poco distante da me, due figure, un uomo e una donna, discutevano animatamente. Non potevo udire le parole, ma solo quel sibilo, come una sorta di magia, che, ora percepivo, mi incatenava....... Non ero più padrone dei miei movimenti. Cercai di raccogliere tutte le mie forze e puntai il raggio di luce verso la coppia che istantaneamente scomparve. In quel momento, tornai in grado di muovermi liberamente. Cominciai a correre senza fermarmi. Mi sembrò che le statue sparse per il parco prendessero vita, e allungassero le loro braccia di bianco e gelido marmo per afferrarmi. In preda al terrore, scavalcai il cancello e fuggii via, dimenticandomi perfino del mio compagno. Lo rividi la mattina seguente; mi raccontò di essersi svegliato sulla panca al sorgere del sole e che, non vedendomi, si era molto preoccupato. Mi disse che gli era sembrato di aver dormito per un'eternità e che non ricordava assolutamente nulla. Ma fui addirittura strabiliato, quando il mio amico, frastornato, mi domandò grattandosi la testa: " Non ricordo nemmeno perché avevamo deciso di introdurci nella villa....". Un'esperienza davvero singolare, tanto più che si tratta di una storia vera. La Villetta Di Negro, allora, è davvero infestata dai fantasmi?