Genova Magica spettri demoni ed altri misteri - Autore Mago Alex - De Ferrari Editore - Ghost Tour
GLI INCONTRI DA ALTRI MONDI
In quest'capitolo parleremo di apparizioni e contatti con tutt’altro tipo di entità. Sto alludendo a quegli oggetti tuttora non identificati, meglio noti con la sigla americana U.F.O. Genova parrebbe piuttosto ricca sotto il profilo di tali manifestazioni extraterrestri. Il caso più famoso di casa nostra, conosciuto anche in tutto il mondo, rimane certamente quello accaduto nel dicembre 1978, all'ex metronotte Fortunato Zanfretta. Tali avvistamenti sconvolsero l'opinione pubblica e lasciarono un segno indelebile nella vita di Fortunato. Tutto si svolse la notte tra il sei e il sette, Zanfretta stava, come di consueto, completando il suo giro di servizio presso Marzano di Torriglia, una località nell'entroterra di Genova. " Erano circa le 23.50 quando mi accingevo ad ispezionare le ultime due ville, chiamate rispettivamente " Villa Verde" e " Villa Casa Nostra ".Nel mettere i tagliandi di controllo alla prima villa, notavo in direzione della seconda quattro fasci di luce di particolare intensità che si intersecavano tra di loro. La cosa mi insospettì e pensai che all'interno della costruzione fossero penetrati dei ladri. Segnalai i miei dubbi alla centrale operativa con la trasmittente che avevo in auto, informandoli che mi dirigevo verso la villa. Giunsi davanti all'ingresso e in quel momento avvenne un fatto inspiegabile: i fari ed il motore della mia autovettura si spensero di colpo e la radio trasmittente non diede più alcun segno di vita. Non volli badarci, presi la torcia elettrica, la pistola e mi addentrai nel giardino. Vidi le luci smorzarsi dietro la casa, quindi decisi di girarci intorno perché volevo cogliere di sorpresa i ladri. Aspettai per cinque minuti che i malviventi uscissero allo scoperto ma nulla sembrava muoversi. Ad un tratto qualcosa mi colpì alle spalle, caddi a terra e persi sia la pistola, sia la torcia. D'istinto mi precipitai a raccoglierle e rialzandomi mi voltai di scatto puntando il raggio di luce verso gli aggressori. Fui meravigliato nel vedere che la pila stava illuminando due enormi piedi di colore verde. Tale stato d'animo si tramutò in terrore quando, alzando il fascio di luce, vidi il volto di una singolare creatura che nulla aveva di umano! Persi conoscenza e, quando più tardi mi destai, corsi verso la macchina che si accese al primo tentativo. Afferrai la radio ed urlai in preda ad un forte panico che le creature da me trovate erano extraterrestri. Ancora impaurito, udii un lacerante sibilo, l'intera valle si illuminò a giorno e da dietro la villa si levò un oggetto tanto luminescente da abbagliare, che sparì poi in direzione dello zenit. Il mio orologio, a quel punto, mi rivelò che s'erano fatte le 02.30 del mattino!". Che cosa era successo durante le due ore in cui Zanfretta giaceva privo di sensi? Una seduta ipnotica rivelò quanto segue: " L'essere che avevo visto mi prelevò mentre ero in stato di incoscienza e mi trasportò a bordo della sua astronave. Aprii gli occhi e contai attorno a me quattro o cinque di queste creature. Mi avevano disteso su di un tavolo operatorio dopo avermi spogliato e mi avevano messo un casco in testa. Tentai invano di ribellarmi, ma il casco mi inibiva dandomi delle forti scariche elettriche. A quel punto persi di nuovo conoscenza e, mi risvegliai a tera nel prato.". La notizia dell'avvenuto incontro ravvicinato del quarto tipo fece rapidamente il giro del mondo ed il luogo prospiciente la villa divenne meta di studiosi e ricercatori. Gli stessi abitanti della zona confermarono che nella, fatidica notte, strani bagliori imperversavano nel cielo di Marzano. Gli incontri di Zanfretta con gli esseri spaziali si protrassero fino al 1980, per un totale di 11 eventi. E fu proprio in occasione di uno di questi che gli alieni diedero al nostro concittadino un oggetto da custodire in attesa del loro ritorno. Questo oggetto è tuttora custodito in un luogo segreto che solo il signor Fortunato conosce, per il giorno in cui i legittimi proprietari torneranno a riprenderselo. Altri avvistamenti si erano verificati, sia dopo il caso di Torriglia, sia in precedenza. Oggetti volanti non identificati erano stati segnalati ad Arenzano a San Martino di Paravanivo ed ai Piani di Praglia. C'è anche chi giura di averli veduti in centro città, ad esempio lungo la passeggiata di Nervi, in zona San Martino e sul Monte Righi. Da tempo sembrerebbe che gli extraterrestri abbiano preso di mira, come meta per i loro pellegrinaggi intergalatici, la turbolenta zona della Valpolcevera ( Pontedecimo, Campomorone, Isoverde). Poco si conosce dell'avventura di Nonno Giovannino che con molta reticenza ce la narrò: " Era il lontano febbraio del 1944, lo ricordo come se fosse ieri, mi trovavo nella fitta boscaglia del monte Librando in quanto, essendo partigiano, mi ero dato alla macchia. Trascorrevo settimane e settimane isolato dal resto del mondo, in attesa che qualcuno dei miei compagni venisse a darmi disposizioni. Una notte, mentre riposavo in un bosco, qualcosa mi svegliò di soprassalto. Non era un rumore normale, ma una sorta di sibilo che si spostava in lungo ed in largo intorno a me. Cercando di non fare il benché minimo rumore, mi allontanai strisciando verso un luogo più sicuro. Dapprima mi sembrò che il sibilo mi seguisse, ma poi cessò così come era iniziato. Mi rannicchiai in un anfratto di rocce e rimasi nascosto finché non venne giorno e quindi decisi di ridiscendere a valle. Alle sei del mattino ero già arrivato al paesino sottostante. La mia intenzione era di recarmi a casa di un mio compagno, dove avrei potuto nascondermi per qualche giorno. Furtivamente mi diressi verso la sua abitazione. Sulla strada mi imbattei in uno di quei grossi trogoli dove le donne lavavano i panni. Mi chinai e bevvi un sorso d'acqua. Alzando gli occhi vidi due soldati tedeschi che mi intimavano di rimanere immobile. Finsi di obbedire ma d'istinto colsi un attimo favorevole e tentai di fuggire. Disgraziatamente non fui abbastanza lesto e un colpo di arma da fuoco mi squarciò il petto. Caddi all'indietro e finii dentro il trogolo. Mentre l'acqua mi sommergeva sentivo la vita abbandonare il mio corpo. Poi qualcosa cambiò, mi ritrovai a galleggiare in una strana luce brillante, una sorta di " chiarore solido". Pensai di essere in Paradiso ed una indescrivibile pace pervase tutto il mio corpo che aveva recuperato appieno la sua sensibilità. Di tanto in tanto avevo l'impressione che delle figure evanescenti mi sfiorassero, ma era estremamente difficile per me poterle inquadrare con precisione. Dedussi che fossero angeli i quali avessero il compito di accogliermi e di elevarmi da questo malandato mondo. Lentamente, la luce che mi circondava prese ad allontanarsi da me, salendo in verticale verso il cielo, fino a scomparire oltre l'atmosfera. Quando si diradò completamente, mi guardai intorno, mi trovavo in mezzo ad un bosco. Accesi un fuoco senza pensare a quanto stava accadendomi, ma alla luce delle fiamme potei costatare che ero ritornato nel punto esatto dove la sera prima avevo udito il sibilo. Consultai l'ora e vidi che erano le 19,30. Voi direte che posso aver sognato tutto e debbo ammettere che tale dubbio ha sfiorato anche la mia mente. Però constatai che la mia blusa era effettivamente lacerata e sporca di sangue, mentre sul mio corpo non vi era la minima traccia di ferite. Inoltre stringevo nella mano un bossolo esploso di pistola. Non convinto la mattina seguente tornai in paese e mi diressi nel punto dove era avvenuto il mio assassinio. Trovai delle macchie di sangue e un'anziana contadina la quale mi confermò che il giorno prima all'alba si era udito echeggiare un colpo di arma da fuoco. Mi convinsi di essere stato miracolato ma, col passare degli anni, formulai un'altra storia della mia "resurrezione". Sicuramente sono stato salvato da esseri alieni che mi prelevarono morente dal trogolo, mi curarono con le loro tecniche sofisticate e mi deposero, perfettamente risanato e integro, nel bosco al sicuro". Sorprendente il racconto di Nonno Giovannino e ancor più sorprendente è immaginare che questi alieni, mossi da "umana" pietà, abbiano rimarginato la ferita mortale dello sfortunato partigiano, in un momento in cui parte della nostra povera terra era martoriato da una terribile prova. Salta agli occhi che questi contatti avvengono sempre di notte e sempre nei pressi di boschi, come successe a Carlo P., che una notte, mentre andava per funghi, si imbatté in una luce assai misteriosa. " Il mese era settembre e potevano essere le due di notte. Mi recai a Traso, una frazione di Bargagli, per vedere se riuscivo a trovare qualche bel porcinello. Lasciai la mia automobile sul ciglio della strada e mi incamminai a piedi verso la boscaglia. Percorsi parecchia strada e sul cammino raccolsi qualche fungo, illuminando i miei passi con una piccola torcia elettrica. Quando mi accorsi che si era fatto giorno, la spensi e mi sedetti su di un masso per fumare una sigaretta e per riposarmi. Presi i fiammiferi e quando ne ebbi acceso uno il giorno ridivenne improvvisamente notte e, l’unica luce era quella del fiammifero acceso. Ebbi un tremito incontrollato, guardai l’ora e, con terrore, costatai che erano le quattro del mattino. Angosciato, corsi con la pila accesa ed il fiato corto verso la strada, mi chiusi in macchina e tremando rimasi lì finché la vera luce dell’alba non apparve. Quando vidi i primi movimenti di altre autovetture recuperai il coraggio e ripartii a razzo, verso casa. Cosa può avere illuminato a giorno il percorso di Carlo, forse la chiglia scintillante di una astronave?
Per saperne di più sul caso Zanfretta : " Il caso Zanfretta" Autore Rino Di Stefano - De Ferrari Editore Genova Tel. 010532623